mercoledì 13 maggio 2009

ACCORDI ELETTORALI E INDICAZIONI DI VOTO

Dopo aver vanamente tentato a lungo di convincere tutte le forze politiche di destra ad unirsi per costruire un’unica coalizione in vista delle elezioni europee, abbiamo nostro malgrado dovuto scegliere in queste ultime settimane di tirarci silenziosamente in disparte, preferendo rimanere semplici spettatori piuttosto che inutili complici dell’ennesima controproducente battaglia fratricida e suicida interna alla nostra area politica.
I ripetuti appelli al superamento delle divisioni, al porre da parte gli individualismi e gli egoismi, a sorvolare sui rancori reciproci, ad evitare inutili prove di forza, non sono serviti a nulla. La nostra proposta di formare una coalizione, sotto forma di lista unica, da presentare in vista delle elezioni europee di giugno, non ha avuto alcun seguito, se non attraverso proposte apparentemente similari (e in certi casi pure stravaganti) di altre forze politiche, probabilmente dettate più dall’obbligo di soddisfare esigenze puramente personali, che non da un sincero convincimento al conseguimento dell’unità d’area.
Alla fine dei conti si è riproposto ciò che immaginavamo da mesi: tre schieramenti, esattamente gli stessi silurati alle elezioni politiche del 2008, con poche varianti (chi da solo e chi alleato con partiti discutibili e totalmente in contrasto con l’area) scendono nuovamente in cortile a difendere il proprio orticello, pronti ad una spietata ed inutile concorrenza con il proprio vicino di casa. Mentre gli altri (Pdl-Lega-Udc-Pd-Idv) conquisteranno (chi più, chi meno) vasti terreni, facendo tabula rasa anche in Europa, i nostri invece rimarranno qui ad insultare il proprio vicino di casa, accusandolo di avergli “rubato” un centimetro del suo spennacchiato cortile. Ci dispiace, ma noi a questa farsa non vogliamo proprio prendere parte, ed infatti ci siamo chiamati fuori.
Se si accettava il nostro contributo, lo si doveva fare partendo da basi serie. Noi siamo sempre disposti a far parte di una coalizione che raggruppi tutte le forze politiche di destra (sia essa radicale, sociale e nazionalista); non possiamo dirci invece altrettanto disposti ad entrare a far parte di un gruppo riservato a pochi intimi.... O tutti insieme, o non ne vale proprio la pena. Questa era ed è la condizione anche futura da cui intendiamo partire. I diktat verso questo o quel partito, verso questo o quel leader, a noi non stanno bene, da qualunque parte essi sopraggiungano. Non siamo assolutamente disposti a fare cernite di uomini e movimenti d’area a nostro singolo piacimento: per noi i camerati rappresentano una cosa sola, a prescindere dalla diversità con la quale ci si pone su alcune tematiche o con la quale si sviluppa la propria metodologia. Inoltre non ci sembra proprio che siamo nella condizione di poterci permettere addirittura di scegliere chi può entrare e chi deve restare fuori. Qui invece abbiamo la presunzione di essere agli stessi livelli del Pdl, dove si può alzare ed abbassare il pollice a seconda del candidato e del partito che si presenta al nostro cospetto. Forse dovremmo tutti scendere dal gradino virtuale sul quale crediamo di essere saliti, anziché permetterci di aprire e chiudere porte, tanto piccole da cui non passano neppure i nani (con tutto il rispetto per la categoria).
Se invece si continua con queste beghe da condominio, allora preferiamo rimanercene in disparte, quantomeno non saremo parte in causa di un tracollo annunciato e voluto dall’atteggiamento sbagliato di chi si autoproclama rappresentante dell’unica parte percorribile. A questi livelli, non ci è interessato per nulla prendere posizione a favore di questo o quel gruppuscolo, solo per avere la speranza magari di essere candidati in qualche loro lista locale o addirittura al parlamento europeo. Il sottoscritto, in qualità di segretario nazionale di un movimento dell’area, poteva benissimo siglare un accordo con questo o quel gruppo, ottenendo di inserire il proprio nome e magari quello di qualche altro mio collaboratore, nelle liste elettorali. Ma io non sono qui in cerca di avventure, e nemmeno intendo fare del M.S.N. un mezzo esclusivo a mio uso e consumo per tentare vanamente di intraprendere una carriera politica, come invece spesso accade in altri lidi; è una questione di serietà e moralità, che per quanto ci riguarda non ce la sentiamo affatto di trascurare. Soprattutto alla luce della nostra battaglia unitaria, mi rifiuto categoricamente (e con me tutti i componenti del M.S.N.) di dare alito ad eventuali polemiche future per il solo fatto di aver scelto gli uni piuttosto che gli altri. Non vogliamo proprio entrare in queste controproducenti dispute. Vogliamo invece parlare un linguaggio nuovo, serio, diverso dal disco rotto che si protrae da diversi anni in quest’area. Solo quando tutti dimostreranno maturità e sincero attaccamento agli ideali che andiamo professando, decidendo quindi di avviare finalmente un confronto fra tutte le componenti al fine di unire le nostre forze e creare una coalizione (poiché attualmente il partito unico è ancora improponibile) allora ci siederemo ben volentieri al tavolo insieme agli altri, per portare il nostro umile contributo.
Perciò al momento abbiamo rifiutato di siglare accordi con chiunque, rinunciando inoltre a partecipare a tutte le competizioni elettorali di giugno (europee ed amministrative).
Per quanto concerne le indicazioni di voto, pur spinti da un istintivo desiderio di astenersi, per tutte le ragioni poc’anzi elencate, riteniamo invece un dovere esplicare comunque il nostro sacrosanto diritto di recarci alle urne.
Come alle elezioni del 2008, sentiamo di condividere molte delle proposte politiche avanzate da Forza Nuova, (che a nostro avviso è stato anche l’unico movimento fra i tre principali d’area ad aver realmente tentato di creare una lista unitaria). Pertanto esprimeremo la nostra preferenza di voto in favore di Forza Nuova e del suo principale candidato, l’On. Roberto Fiore (del quale tra l’altro apprezziamo il serio impegno profuso in questi dodici mesi da europarlamentare).
La nostra coscienza, così come l’amore infinito che abbiamo verso i nostri ideali e soprattutto verso la nostra Patria, i quali ideali sono infinitamente superiori a qualunque falso profeta pretenda di rappresentarli, ci impone pertanto di aiutare comunque i nostri camerati, sia a livello europeo sia a livello amministrativo, nell’ingenua speranza di avere almeno un rappresentante di quei valori che nessun altro in Italia è più disposto a portare avanti e a difendere. Non si tratta di un atteggiamento contraddittorio, come qualcuno potrebbe essere indotto erroneamente a pensare, casomai è quel senso di fratellanza cameratesca che ci impone di credere e aiutarci, anche quando invece avremmo serio motivo di dubitare e di lasciar perdere tutto.
Noi in tutto questo dimostriamo certamente maggior senso di responsabilità rispetto agli altri, a prescindere dall’opinione che possiamo avere verso questo o quel partito. Avremmo tanti motivi per portare rancore (a partire dal fatto che si continua a distruggere l’area, anziché rinforzarla) ma di fronte a certe necessità siamo certamente persone che agiscono con maturità, dimostrando di non soffrire affatto di smania di “potere” individuale.
Per tutto il resto, attenderemo la fine di quest’ultima ubriacatura collettiva chiamata elezioni, per sperare poi di cominciare un serio e costruttivo dibattito. Forse, dopo l’ennesima batosta, sarà la volta buona che inizieremo a fare politica in modo serio.

Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista

ELEZIONI EUROPEE 2009
Il Movimento Sociale Nazionalista comunica ufficialmente quanto segue: in occasione delle elezioni europee 2009, il nostro movimento ha deciso di sostenere attraverso il voto, la lista di Forza Nuova,con preferenza al suo candidato principale,l’On. Roberto Fiore.Tutti i nostri militanti e simpatizzanti sono invitati e tenere in considerazione lapreferenza di voto indicata dal partito.

Ufficio Stampa
Movimento Sociale Nazionalista

lunedì 4 maggio 2009

TIBET LIBERO!

Nel completo disinteresse della comunità internazionale, nella voluta indifferenza dei poteri forti che necessitano di curare i propri interessi commerciali, nel silenzio complice e oscurantista della maggioranza dei media, continuano intanto da parte della Cina le persecuzioni e la totale repressione del popolo tibetano.
Dal 1950 (anno dell’invasione) ad oggi, oltre un milione e duecento mila persone sono morte, sei mila monasteri sono stati distrutti, tutte le risorse umane e naturali dissanguate, alla quale si aggiunge una strategica invasione costituita dall’afflusso massiccio di immigrati cinesi, atta ad annientare totalmente l’identità tibetana (tanto che il popolo nativo oggi è rimasto oramai una minoranza).
Inoltre, da mezzo secolo continuano le vessazioni verso la popolazione, negando i più elementari diritti dell’uomo: è negata la libertà di culto, la libertà di parola, la sovranità nazionale, e chiunque si ribelli viene arrestato e poi trucidato. Le torture sono all’ordine del giorno, migliaia di uomini vengono arrestati per un nonnulla, le donne vengono costrette ad abortire e quasi tutte vengono sterilizzate. Intanto le basi militari cinesi aumentano, come i campi di concentramento e le miniere di uranio, le cui scorie radioattive stanno condannando alle malattie ed alla morte migliaia di tibetani. A causa di ciò, nascono bambini deformi, i campi non danno più frutti (riducendo pertanto alla fame la popolazione, la cui sopravvivenza si basa principalmente sul sostentamento agricolo) le acque ed i fiumi sono contaminati ed anche gli animali inevitabilmente s’ammalano e muoiono.
A questa infamia noi ci ribelliamo categoricamente e continueremo a denunciarne i misfatti, quand’anche fossimo gli unici rimasti a farlo.
Chiediamo al nostro governo di bloccare tutte le importazioni dalla Cina, chiediamo di boicottarne i prodotti, chiediamo di far rientrare immediatamente il nostro ambasciatore da Pechino con tutta la sua delegazione. Chiediamo di muoversi in maniera ferrea in sede internazionale, lavorando con gli altri paesi per frenare le barbarie comuniste in terra tibetana, imponendo alla Cina di fermarsi, a questo punto anche con l’uso della forza se necessario.
Il tempo dell’indulgenza verso i crimini cinesi deve terminare. Non possiamo più permettere che sporchi interessi commerciali abbiano il sopravvento sui diritti dell’uomo e sulla sacrosanta libertà di un popolo a vivere libero e sovrano sulla propria terra. Noi siamo e saremo sempre dalla parte del popolo tibetano e del suo leader, il Dalai Lama. Contro l’invasione cinese e contro le barbarie comuniste!
Uniti dal grido: Tibet Libero!

Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista

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