In merito agli esiti elettorali delle amministrative di maggio 2012, riteniamo si possano fare alcuni importanti spunti di riflessione:
1) l'astensione è ancora una volta il vero vincitore di queste elezioni, aumentando sempre di più le sue percentuali, oramai giunte a livelli del 50%, segno tangibile della totale sfiducia che i cittadini nutrono nei confronti della politica italiana e delle istituzioni in generale.
2) Crollano tutti i maggiori partiti.
Pdl e Lega Nord sprofondano completamente subendo batoste ovunque, aprendo definitivamente in entrambi gli schieramenti una crisi nera che con molta probabilità li porterà all'autodistruzione nell'arco di breve tempo (forse già prima delle prossime elezioni politiche del marzo 2013, almeno per quanto concerne il Pdl, che già pensa ad un nuovo partito).
Il Terzo Polo, non pervenuto, praticamente sgretolatosi dopo nemmeno un anno di vita, mostrando tutta l'inutilità del suo progetto, la pochezza di idee e la mancanza di una leadership vera al suo interno. Un bluff che ha avuto il benservito al primo appuntamento con gli elettori.
Pd, Idv e Sel pur racimolando qualcosina qua e là in realtà perdono molti consensi, soprattutto il Pd, in gran parte dirottati a favore del Movimento 5 stelle di Grillo, che difatti porta a casa risultati clamorosi come a Parma.
3) L'ennesima conferma dell'inconsistenza dei movimenti della destra radicale/sociale/popolare, ridotti a parodia di se stessi, che da quel zero virgola non riescono più a staccarsi, e non certo per le presunte difficoltà derivanti dall'esterno (oscuramento mediatico o boicottaggio propagandistico si è detto in questi giorni...), bensì per propri e unici demeriti progettuali. Mentre ogni schieramento di destra rimane con la testa tra le nuvole, sognando fronti nazionali e albe dorate, fantasticando successi nazionalisti come il 18% francese o il 7% greco, intanto altri prendono il loro posto, nella fattispecie quel Grillo che meglio di tutti ha saputo proporsi come novità (ovviamente tutta da dimostrare con i fatti...) e cavalcare l'onda di rivolta che si è diffusa nel paese. Ma qui non siamo in Francia o in Grecia, o in Ungheria, e lo possiamo riscontrare ad ogni appuntamento elettorale.
Il quadro generale che viene dunque fuori da queste elezioni amministrative fa evincere come il sentimento di antipolitica diffusosi ampiamente nel paese, sia sfociato su due nette posizioni: l'astensione ed il voto dato al movimento di Grillo. Attenzione: non significa che queste due realtà debbano per forza essere opposte l'un l'altra, anzi è probabile che avanti di questo passo la scelta di chi oggi si è astenuto possa convergere domani in quella di supportare Grillo. Tutto questo fino a che il vento spingerà a suo favore, visto che inevitabilmente anche il suo movimento dovrà fare i conti con la realtà quotidiana della gestione amministrativa, ed in questo Parma sarà un banco di prova determinante per poter proseguire o per veder concludere la loro “favola” politica..
Comunque la si pensi, l'Italia non può certo appoggiarsi a realtà confuse e senza una vera progettualità come risulta essere il Movimento 5 stelle, né può ripiegare sui soliti partiti causa del tracollo che stiamo vivendo. Neppure l'astensione si può pensare essere una soluzione, poiché non risolverebbe nessun problema, ma anzi è più probabile li aumenterebbe di gran lunga lasciando il paese in mano a chi vuole resti com'è attualmente.
Riteniamo invece che i tempi sarebbero potenzialmente maturi per costruire un ampio progetto sociale e nazionalista che sappia coniugare idee nuove e rivoluzionarie, con fermezza sui più fondamentali punti cardine da affrontare in questi anni, cavalcando in modo serio e concreto quel sentimento di ribellione dei cittadini, la cui richiesta di cambiamento è in parte stata già espressa con il voto di protesta e di astensione di queste elezioni.
Se i tempi sono maturi da un punto di vista di potenziale consenso popolare, non così possiamo dire per gli attori che dovrebbero farsene interpreti, e del resto i teatrini visti e rivisti in questi anni nell'area della destra italiana lo dimostrano ampiamente. Sotto questo aspetto non possiamo fare altro che rivolgere ancora una volta a tutti un accorato appello nel maturare scelte strategiche diverse da quelle fin qui adottate, nel comune interesse nazionale, sociale e politico. Non individualismi, non illusioni di congreghe da esibire, ma lasciarsi invece alle spalle vecchie strutture decrepite prossime al crollo definitivo, per dare vita e spazio ad un'ampia organizzazione politica nazionalista pronta a rispondere alle richieste ed esigenze che il popolo e la Patria chiedono e invocano da tempo. Noi siamo e saremo a disposizione, come sempre, per dare il nostro contributo nel costruire qualcosa di esteso dove convergere tutti. Ora tocca agli altri accorgersene e prenderne definitivamente atto, anche se questo comporterà dover rinunciare alle proprie aspirazioni personali e dover sacrificare le proprie scuderie d'appartenenza (destinate comunque a chiudersi come esperienza).
La Segreteria Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista