Abbiamo letto attentamente il comunicato stampa dell’On. Luca Romagnoli, in merito alla necessità di dar vita ad un partito unico, da presentarsi subito già in vista delle elezioni europee di giugno (il che fa aleggiare un non so che di opportunismo parlamentare, più che di reale convinzione politico/ideologica).
Egli sostiene che liste elettorali, cartelli o coalizioni siano cose ormai superate e che l’unica strada è quella di fondersi in un unico partito (accelerandone i tempi già nel mese in corso).
Pur apprezzando il suo intento unitario, dobbiamo dissentire su alcune questioni per noi essenziali.
Innanzitutto verrebbe da chiedersi come sia possibile pretendere di creare un partito in così breve tempo, con tutte le implicazioni che esso comporta, quando in quindici anni (dal 1995 ad oggi) quest’area politica non è stata in grado (salvo alcune brevi parentesi) nemmeno di coalizzarsi? Come possiamo mettere insieme tante realtà così contrastanti tra loro, mescolandole forzatamente in un unico calderone? Quale sarà in questo caso la strategia, la metodologia, la simbologia, il programma ed il lessico da utilizzare? E siamo certi che una volta individuate queste componenti, tutti si sentiranno per così dire a casa? Siamo certi che le correnti più antitetiche accetteranno di buon grado di stare in un contenitore che per molti aspetti non rappresenta il proprio sentire? Possiamo dire allora che il voler forzare le cose, imponendo a tutti di fondersi in un unico partito, per di più senza avere il tempo sufficiente per discuterne serenamente ed attentamente, sia solo un suicidio politico. E’ un po’ come pretendere di fare indossare a tutti lo stesso paio di scarpe: c’è chi si troverà bene, chi le troverà abbondanti, ma anche chi le troverà strette e alla fine dovrà levarsele per non scoppiare. Un progetto buttato la in quattro e quattr’otto, solo per la necessità di qualcuno di arrivare a superare la soglia del 4% lo trovo sbagliato e per nulla onesto.
Lo ripeto: se in tutti questi anni non siamo stati in grado di allearsi fra tutte le componenti dell’area, a maggior ragione mi domando come sia possibile farlo fondendosi tutti in un partito unico? La fine sarebbe esattamente quella che presto o tardi faranno anche i più grossi Pdl e Pd. I primi presentano già molte crepe, i secondi dopo appena un anno di vita sono già scoppiati, mettendo tutto e tutti al loro interno in discussione. La stessa cosa accadrà a noi se tentiamo senza criterio di imbastire un progetto così ambizioso.
Quello che mi sento di chiedere a tutti è di affrontare questo argomento dopo le elezioni di giugno, prendendoci tutto il tempo necessario per confrontarci, per capire quali linee guida intraprendere, valutando tutti gli aspetti possibili per un eventuale decisione di questo tipo.
Personalmente ritengo necessario il mantenimento delle diverse realtà che compongono l’area, poiché in ognuna di queste vi è rappresentato un modo di sentire e vedere la politica, con metodologia, simbologia e strategia che più si addice alle persone che là risiedono. Ognuna di queste realtà (o correnti) rappresenta una verga che compone il “fascio”. Rifiutarne o rinunciare anche ad una sola di queste comporterebbe lo “sfascio”.... così come forzarne lo scioglimento per far parte di un unico soggetto, senza diritto di reale rappresentanza.
La mia opinione è quella di insistere ancora una volta con la creazione di una coalizione nella quale tutti possano e debbano sentirsi rappresentati. Se c’è l’esigenza di superare questo 4%, lo si può fare anche stando alleati in un unico gruppo, purché si decida prima quale programma, simbolo e metodo utilizzare, tenendo ogni componente allo stesso livello di importanza. Suggeriamo all’On. Romagnoli, così come a tutti gli altri, di pensare innanzitutto a questo progetto di lista comune, superando le attuali barriere che ci dividono. Già questo sarebbe un primo passo importante per avviarsi poi in quel progetto che il leader di Fiamma Tricolore auspica.
Se superiamo questa prima fase di maturità, ovvero l’allearsi tutti insieme, sono certo potremmo ambire poi anche al resto. Ma se rifiutiamo questo primo passo, figurarsi come pretendere di raggiungere quell’altro ( esso sì ben più grande....)
Un passo alla volta, se si vuol realmente cominciare...
Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista
Egli sostiene che liste elettorali, cartelli o coalizioni siano cose ormai superate e che l’unica strada è quella di fondersi in un unico partito (accelerandone i tempi già nel mese in corso).
Pur apprezzando il suo intento unitario, dobbiamo dissentire su alcune questioni per noi essenziali.
Innanzitutto verrebbe da chiedersi come sia possibile pretendere di creare un partito in così breve tempo, con tutte le implicazioni che esso comporta, quando in quindici anni (dal 1995 ad oggi) quest’area politica non è stata in grado (salvo alcune brevi parentesi) nemmeno di coalizzarsi? Come possiamo mettere insieme tante realtà così contrastanti tra loro, mescolandole forzatamente in un unico calderone? Quale sarà in questo caso la strategia, la metodologia, la simbologia, il programma ed il lessico da utilizzare? E siamo certi che una volta individuate queste componenti, tutti si sentiranno per così dire a casa? Siamo certi che le correnti più antitetiche accetteranno di buon grado di stare in un contenitore che per molti aspetti non rappresenta il proprio sentire? Possiamo dire allora che il voler forzare le cose, imponendo a tutti di fondersi in un unico partito, per di più senza avere il tempo sufficiente per discuterne serenamente ed attentamente, sia solo un suicidio politico. E’ un po’ come pretendere di fare indossare a tutti lo stesso paio di scarpe: c’è chi si troverà bene, chi le troverà abbondanti, ma anche chi le troverà strette e alla fine dovrà levarsele per non scoppiare. Un progetto buttato la in quattro e quattr’otto, solo per la necessità di qualcuno di arrivare a superare la soglia del 4% lo trovo sbagliato e per nulla onesto.
Lo ripeto: se in tutti questi anni non siamo stati in grado di allearsi fra tutte le componenti dell’area, a maggior ragione mi domando come sia possibile farlo fondendosi tutti in un partito unico? La fine sarebbe esattamente quella che presto o tardi faranno anche i più grossi Pdl e Pd. I primi presentano già molte crepe, i secondi dopo appena un anno di vita sono già scoppiati, mettendo tutto e tutti al loro interno in discussione. La stessa cosa accadrà a noi se tentiamo senza criterio di imbastire un progetto così ambizioso.
Quello che mi sento di chiedere a tutti è di affrontare questo argomento dopo le elezioni di giugno, prendendoci tutto il tempo necessario per confrontarci, per capire quali linee guida intraprendere, valutando tutti gli aspetti possibili per un eventuale decisione di questo tipo.
Personalmente ritengo necessario il mantenimento delle diverse realtà che compongono l’area, poiché in ognuna di queste vi è rappresentato un modo di sentire e vedere la politica, con metodologia, simbologia e strategia che più si addice alle persone che là risiedono. Ognuna di queste realtà (o correnti) rappresenta una verga che compone il “fascio”. Rifiutarne o rinunciare anche ad una sola di queste comporterebbe lo “sfascio”.... così come forzarne lo scioglimento per far parte di un unico soggetto, senza diritto di reale rappresentanza.
La mia opinione è quella di insistere ancora una volta con la creazione di una coalizione nella quale tutti possano e debbano sentirsi rappresentati. Se c’è l’esigenza di superare questo 4%, lo si può fare anche stando alleati in un unico gruppo, purché si decida prima quale programma, simbolo e metodo utilizzare, tenendo ogni componente allo stesso livello di importanza. Suggeriamo all’On. Romagnoli, così come a tutti gli altri, di pensare innanzitutto a questo progetto di lista comune, superando le attuali barriere che ci dividono. Già questo sarebbe un primo passo importante per avviarsi poi in quel progetto che il leader di Fiamma Tricolore auspica.
Se superiamo questa prima fase di maturità, ovvero l’allearsi tutti insieme, sono certo potremmo ambire poi anche al resto. Ma se rifiutiamo questo primo passo, figurarsi come pretendere di raggiungere quell’altro ( esso sì ben più grande....)
Un passo alla volta, se si vuol realmente cominciare...
Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista