mercoledì 11 febbraio 2009

M.S.N.: in merito alla proposta di Romagnoli

Abbiamo letto attentamente il comunicato stampa dell’On. Luca Romagnoli, in merito alla necessità di dar vita ad un partito unico, da presentarsi subito già in vista delle elezioni europee di giugno (il che fa aleggiare un non so che di opportunismo parlamentare, più che di reale convinzione politico/ideologica).
Egli sostiene che liste elettorali, cartelli o coalizioni siano cose ormai superate e che l’unica strada è quella di fondersi in un unico partito (accelerandone i tempi già nel mese in corso).
Pur apprezzando il suo intento unitario, dobbiamo dissentire su alcune questioni per noi essenziali.
Innanzitutto verrebbe da chiedersi come sia possibile pretendere di creare un partito in così breve tempo, con tutte le implicazioni che esso comporta, quando in quindici anni (dal 1995 ad oggi) quest’area politica non è stata in grado (salvo alcune brevi parentesi) nemmeno di coalizzarsi? Come possiamo mettere insieme tante realtà così contrastanti tra loro, mescolandole forzatamente in un unico calderone? Quale sarà in questo caso la strategia, la metodologia, la simbologia, il programma ed il lessico da utilizzare? E siamo certi che una volta individuate queste componenti, tutti si sentiranno per così dire a casa? Siamo certi che le correnti più antitetiche accetteranno di buon grado di stare in un contenitore che per molti aspetti non rappresenta il proprio sentire? Possiamo dire allora che il voler forzare le cose, imponendo a tutti di fondersi in un unico partito, per di più senza avere il tempo sufficiente per discuterne serenamente ed attentamente, sia solo un suicidio politico. E’ un po’ come pretendere di fare indossare a tutti lo stesso paio di scarpe: c’è chi si troverà bene, chi le troverà abbondanti, ma anche chi le troverà strette e alla fine dovrà levarsele per non scoppiare. Un progetto buttato la in quattro e quattr’otto, solo per la necessità di qualcuno di arrivare a superare la soglia del 4% lo trovo sbagliato e per nulla onesto.
Lo ripeto: se in tutti questi anni non siamo stati in grado di allearsi fra tutte le componenti dell’area, a maggior ragione mi domando come sia possibile farlo fondendosi tutti in un partito unico? La fine sarebbe esattamente quella che presto o tardi faranno anche i più grossi Pdl e Pd. I primi presentano già molte crepe, i secondi dopo appena un anno di vita sono già scoppiati, mettendo tutto e tutti al loro interno in discussione. La stessa cosa accadrà a noi se tentiamo senza criterio di imbastire un progetto così ambizioso.
Quello che mi sento di chiedere a tutti è di affrontare questo argomento dopo le elezioni di giugno, prendendoci tutto il tempo necessario per confrontarci, per capire quali linee guida intraprendere, valutando tutti gli aspetti possibili per un eventuale decisione di questo tipo.
Personalmente ritengo necessario il mantenimento delle diverse realtà che compongono l’area, poiché in ognuna di queste vi è rappresentato un modo di sentire e vedere la politica, con metodologia, simbologia e strategia che più si addice alle persone che là risiedono. Ognuna di queste realtà (o correnti) rappresenta una verga che compone il “fascio”. Rifiutarne o rinunciare anche ad una sola di queste comporterebbe lo “sfascio”.... così come forzarne lo scioglimento per far parte di un unico soggetto, senza diritto di reale rappresentanza.
La mia opinione è quella di insistere ancora una volta con la creazione di una coalizione nella quale tutti possano e debbano sentirsi rappresentati. Se c’è l’esigenza di superare questo 4%, lo si può fare anche stando alleati in un unico gruppo, purché si decida prima quale programma, simbolo e metodo utilizzare, tenendo ogni componente allo stesso livello di importanza. Suggeriamo all’On. Romagnoli, così come a tutti gli altri, di pensare innanzitutto a questo progetto di lista comune, superando le attuali barriere che ci dividono. Già questo sarebbe un primo passo importante per avviarsi poi in quel progetto che il leader di Fiamma Tricolore auspica.
Se superiamo questa prima fase di maturità, ovvero l’allearsi tutti insieme, sono certo potremmo ambire poi anche al resto. Ma se rifiutiamo questo primo passo, figurarsi come pretendere di raggiungere quell’altro ( esso sì ben più grande....)
Un passo alla volta, se si vuol realmente cominciare...

Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista

martedì 10 febbraio 2009

FOIBE: noi non scorderemo mai!

Si celebra oggi la giornata nazionale in ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo forzato di oltre 350.000 italiani dalle terre di Istria, Fiume e Dalmazia.
Le truppe slave di Tito, con la complicità dei partigiani comunisti italiani e con l’avallo del Pci di Togliatti, portarono a compimento un vero e proprio genocidio, trucidando decine di migliaia di nostri connazionali, la cui unica colpa era quella di essere italiani.
Tra il 1943 ed 1947 si assisterà impotenti alla pulizia etnica ed al furto di terre storicamente italiane.
Oggi come sempre continueremo a ricordarne l’orrore, perché è solo attraverso la commemorazione che potremo rendere giustizia ad una storia dimenticata, occultata e storpiata per oltre mezzo secolo.
In quest’ottica proseguiremo nel nostro intento di obbligare Slovenia e Croazia a risarcire le terre rubate all’Italia e agli esuli, opponendoci con forza all’ingresso dei croati nella Ue.
In questa giornata sale alto il grido: mai più comunismo! Ed il nostro giuramento: “Foibe: noi non scorderemo mai!”

La Segreteria Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista

venerdì 6 febbraio 2009

M.S.N.: condannare gli eredi del Pci alla restituzione dell'oro di Dongo

In merito al colossale furto dell’oro di Dongo da parte dei comunisti, crimine di tale portata che non ha precedenti nella storia, forse nemmeno in quella di tangentopoli, il Movimento Sociale Nazionalista dichiara quanto segue:
l’oro di Dongo (circa 600 miliardi di lire dell’epoca) rappresentava le riserve auree della Repubblica Sociale Italiana, ovvero, soldi pubblici di appartenenza a tutti gli effetti dello stato italiano. Dal momento che è comprovato che i comunisti razziarono quell’oro, chiediamo che gli eredi del P.c.i. vengano condannati all’obbligo di restituire allo stato italiano tutti i soldi rubati alle casse dell’erario, come avverrebbe per qualunque cittadino s’impossessasse indebitamente di denaro pubblico.
Le forme pratiche che proponiamo per la restituzione alle casse dello stato sono le seguenti:
1-pignoramento dello stipendio a tutti i parlamentari, amministratori, consiglieri regionali
e locali, eletti nelle file dei partiti comunisti, e del Pd (quelli di provenienza ex Ds).
2-pignoramento dei rimborsi elettorali e delle varie forme di finanziamento pubblico ai
partiti comunisti ed al Pd (almeno metà, riferita alla quota Ds).
3-pignoramento e messa all’asta dei beni immobili appartenuti al P.c.i. e passati poi a
Ds e Pd (come ad esempio la sede di “Botteghe Oscure” o la tipografia “L’Unità”).

Siamo certi che un atto di giustizia che attende di esser tale da oltre 60 anni, garantirebbe oggi un importante segnale contro la dilagante corruzione e le ruberie della politica, divenendo anche utile, in questi tempi di crisi, per ristabilire ossigeno nelle casse dell’erario.
Proponiamo di spostare gli introiti derivanti da questi pignoramenti, ai fini di pubblica utilità, con particolare attenzione alle questioni sociali ed alle fasce più deboli.
Siamo certi che i comunisti e gli ex comunisti, vista la loro “propensione” al sociale,
comprenderanno....A meno che di fronte al denaro non si guardi in faccia nessuno....
Del resto un vecchio detto afferma: “morte tua, vita mia....”

Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista

giovedì 5 febbraio 2009

M.S.N.: legge elettorale ed alleanze d'area...

Arrivati a questo punto è proprio inutile meravigliarsi, è inutile stracciarsi le vesti e gridare allo scandalo, è inutile sprecare fiumi d’inchiostro per scrivere tutta la nostra indignazione sull’approvazione della nuova legge elettorale per le europee. C’era da aspettarselo, come da tempo andavamo dicendo, nonostante in molti nella nostra area continuavano a farsi pie illusioni, credendo che tutto sarebbe rimasto invariato e che sarebbero riusciti così a racimolare qualche briciola ed un seggiolino a Strasburgo, lasciatoci eventualmente per gentile concessione del signor presidente del consiglio.
Adesso sembriamo cadere tutti dalle nuvole, sembriamo improvvisamente spaesati, tutti con il forte dubbio se continuare nella nostra ostinazione di preservare l’orgoglio personale ed i rancori reciproci, oppure se essere finalmente più maturi (come da anni ci chiede tutta la comunità militante dell’area) ed aprire così una piattaforma per il confronto e raggiungere un accordo per formare una lista unitaria in vista delle elezioni europee.
Siamo sinceri: nessuno di noi entrerà al parlamento europeo e difficilmente ci potremo riuscire anche unendo tutte le nostre forze, figurarsi andando ognuno per proprio conto. Ma questa cosa in molti si ostinano ad ignorarla, attraverso pretestuose motivazioni, unicamente di tipo personale, che pongono diktat verso questo o quel dirigente, o verso questo e quel partito.
L’area politica di destra, sia essa radicale, sociale o in qualunque altro modo la si vuol definire, è destinata all’ennesima delusione, rimanendo fuori pure dall’unico posto dove ancora siamo presenti attualmente, ovvero a Strasburgo. E questo influirà inevitabilmente anche sulla stessa sopravvivenza dei nostri rispettivi movimenti.
Il mese scorso, in un mio comunicato, sostenni che avremmo dovuto aspettare l’ennesima batosta elettorale prima di aprire finalmente gli occhi e porre da parte le ridicole divisioni che attualmente ci tengono ancora lontani. Sostenni che solo dopo quest’ultima ubriacatura collettiva, quali sono le elezioni, riusciremo forse a comprendere che così non può funzionare e che solamente una seria predisposizione agli interessi collettivi della nostra area, anziché quelli puramente personali, potranno forse darci la forza di rinascere ed essere credibili agli occhi della gente. Nessuno vuol più votarci, salvo gli ultimi eroici puri e duri, poiché risultiamo essere solamente dei parenti che si scotennano per l’eredità, lanciandosi reciprocamente accuse, ingiurie e rinfacciandosi colpe più o meno giustificate. Francamente a chi ci segue, a chi andiamo a chiedere il voto, non importa nulla se un segretario di partito ha il dente avvelenato con il suo parigrado di un’altra formazione, se i militanti di un gruppo si sono presi a pedate con quelli dell’altro. Ma questo i cosiddetti leaders e le dirigenze nazionali in carica non intendono capirlo, o semplicemente gli è più comodo continuare a fare orecchie da mercante per difendere il proprio misero orticello.
Per onor di cronaca mi risulta che solo Roberto Fiore di Forza Nuova e Pino Rauti del M.i.s. hanno negli ultimi tempi affrontato seriamente la questione, chiedendo ufficialmente il superamento delle divisioni (cosa per altro fatta anche dal nostro umilissimo movimento già un anno fa). A loro dobbiamo sicuramente dare atto di quest’apertura, così come ad altri piccoli movimenti che ci hanno comunicato gli stessi intenti unitari. Altri partiti invece persistono nel tenere ancora chiusa ogni porta, influendo di fatto in negativo verso ogni possibile progetto coalizzante.
Se dunque ci piace essere così autolesionisti, se ci piace trascinare nell’abisso un’eredità immensa quale tutti i movimenti d’area, chi più e chi meno portiamo avanti, se ci piace restare in tribuna a commentare la partita giocata da altri, anziché tentare di scendere in campo per segnare un goal ed influire sul risultato della gara, allora si proceda pure. Dopo la bastonata di giugno che cadrà inevitabilmente sulle nostre teste cocciute, forse, e ribadisco “forse”, impareremo la lezione. Anche se pare che più di qualcuno continui ad avere la testa dura nonostante le ripetute scoppole di questi ultimi anni.....
A questo punto non ci resta che confidare in un miracolo, attendendo che un po’ tutti restino fulminati dalla luce “divina”, come San Paolo sulla via di Damasco....

Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista

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