venerdì 24 luglio 2009

In merito alla scandalosa e liberticida sentenza su via Rasella

Troviamo alquanto singolare ed allo stesso tempo assai inquietante la sentenza della cassazione che impone per legge quale debba essere il giudizio storico a cui tutti devono sottostare d’ora in poi, in merito all’attentato terroristico di via Rasella.
Il tribunale supremo infatti ha condannato un quotidiano a risarcire la famiglia Bentivegna (eredi di uno degli autori di quella strage) per diffamazione, in quanto il giornale aveva considerato dei massacratori di civili quei partigiani gappisti che si resero protagonisti dell’attentato di via Rasella, che ebbe come conseguenza la rappresaglia da parte tedesca con l’esecuzione alle Fosse Ardeatine.
Secondo la magistratura, i partigiani stavano compiendo “un’azione di guerra” e la definizione di massacratori sarebbe lesiva del loro “onore”.....
Al di là della discutibile decisione della magistratura di ritenere che l’attentato gappista sia un atto di guerra anziché terroristico, garantendone di fatto la legittimità, troviamo molto più grave che per ragioni puramente ideologiche, per non dire faziose, l’imparzialità degli organi giuridici venga meno, dando al contempo spazio ad una sibillina dittatura delle toghe rosse, che ogni giorno di più con sentenze scandalose impone il pensiero unico e punisce chi da questo si discosta. Ci dissociamo totalmente da questa forma di giustizia politicizzata, della quale continueremo a contestarne l’utilizzo.
Ci dissociamo inoltre da certe ricostruzioni storiche, marchiate dall’imposizione della vulgata resistenziale, continuando a contestarne fatti e giudizi laddove riterremo valutare vi siano tali circostanze. Non ci faremo certo intimidire dalle minacce giuridiche di chi, abusando del potere legislativo, tenta in modo liberticida di imporci un unico pensiero ed un’unica verità (vera o presunta che sia...)
Nel caso specifico, riteniamo che gli autori del vile attentato terroristico di via Rasella, che è costata la vita tra l’altro a tre civili italiani (di cui uno era un bambino) oltre che ai soldati tedeschi, se non possiamo chiamarli “massacratori” perché la legge ora ce lo vieta, sicuramente possiamo chiamarli con il nome di chi si macchia di tali gesta, ovvero, terroristi. Perché di azione terroristica si è trattata, svolta da individui che non avevano alcuna divisa, che non facevano parte di nessun esercito riconosciuto e riconoscibile, che non rappresentavano nessuno se non se stessi ed un gruppo di ribelli imboscati, ma da nessuno legittimati, e che in tempo di guerra erano considerati unicamente come banditi. In sostanza, è innegabile che coloro che compiono azioni terroristiche, non sono altro che dei terroristi.
Se per la magistratura non si possono considerare criminali dei banditi che hanno agito contro un esercito regolare, colpendo e uccidendo tra l’altro dei civili inermi, punendo per legge chi li chiama “massacratori” allora dobbiamo dedurre che a maggior ragione non possano considerare massacratori nemmeno i soldati tedeschi, che in seguito all’attentato hanno applicato la rappresaglia, come sancito legalmente dalla convenzione internazionale di Ginevra (tanto che nel dopoguerra il tribunale militare non ha punito i tedeschi per la ritorsione, ma solo per aver preso 5 persone in più di quelle previste nella rappresaglia). Se così è, ci dobbiamo quindi aspettare che d’ora in poi chiunque chiami massacratori Pribke o altri che parteciparono all’esecuzione della rappresaglia alle Fosse Ardeatine, venga processato e condannato per diffamazione? Se così è, ci sa che la lista di persone che s’è pronunciata in un giudizio del genere e assai lunga, ma non ci risulta che nessuno sia mai stato solo lontanamente portato in tribunale per questo....
Invitiamo la magistratura a scendere dal gradino di onnipotenza e infallibilità sul quale si è posta, lasciando unicamente agli storici il giudizio su eventi del passato.
Ma soprattutto invitiamo questi moderni despoti a garantire che qualunque cittadino, qualunque giornalista, qualunque storico sia libero di esprime il proprio giudizio in merito a fatti storici, senza che incomba su di lui la ghigliottina, pronta a scendere per tranciargli la testa....
Alla faccia della libertà d’espressione tanto decantata e riconosciuta nella costituzione stessa.....

Il Comitato Verità e Giustizia per Mussolini
Il Movimento Sociale Nazionalista

6 commenti:

Roberto Dalmassi ha detto...

Quoto e straquoto in pieno il vostro comunicato. Trovo inaccettabile e vergognosa questa magistratura comunistoide che emette ogni giorno sentenze politicizzate! Addirittura far passare per legittimo il massacro di via rasella, colpendo chi giustamente fa notare che quei partigiani sono solo dei criminali massacratori!! Basta comunismo! Epurazione di tutta la magistratura rossa!

MARCO G. ha detto...

condivido anche io la protesta.
Ma le cose sono destinate a perdurere, che ci piaccia o no.
Questa è la classe politica che
abbiamo, incapace di riformare la
giustizia italiana. Quindi questi
sono i magistrati che ci ritroviamo a dover affrontare.
Perchè stupirsi?

CUORE NERISSIMO ha detto...

SEMPRE ALLE SOLITE
MA QUI LA PAROLA D'ORDINE E' UNA
SOLA: SMASCHERIAMO I GIUDICI COMUNISTI! E TUTTA L'ITALIA SAPPIA FINALMENTE CHE PROTEGGONO I PARTIGIANI MASSACRATORI!

Anonimo ha detto...

A quanto vedo siete anche voi un partito fascista, vero?
Allora sono queste le premesse della vostra politica attuale e moderna? Sono questi gli argomenti che trattate???
Non farete alcuna strada, ancorati
al passato.

T.L. ha detto...

quoto Anonimo.
siete superati e ridicoli

Anonimo ha detto...

GRAZIE T.L.
ANCH'IO QUOTO IL TUO INTERVENTO.

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