giovedì 11 dicembre 2008

DALLA PARTE DEI PELLEROSSA

L’Italia riconosca ufficialmente la Republic of Lakota
In questi giorni ricorre il primo anniversario della dichiarazione d’indipendenza delle nazioni Lakota e Dakota (più comunemente chiamate Sioux) dagli Stati Uniti d’America.
Nel dicembre del 2007 infatti, il movimento indipendentista Lakota, il Lakota Freedom Movement, con un gesto clamoroso che non ha precedenti nella storia, stracciò i trattati stipulati con il governo americano 150 anni prima, dichiarando terminato ogni rapporto con gli Stati Uniti.
Ripetutamente disattesi dai governi succedutesi in tutti questi anni i punti di quei trattati, con la conseguenza di portare le popolazioni native americane alla miseria, a subire continuamente vessazioni e torti sulle loro terre, sui loro diritti e perfino sulle proprie tradizioni sia culturali che religiose, costretti ad essere assoggettati ad illiberali interventi legislativi da Washington, nonostante l’autonomia che nei trattati gli era stata concessa, il movimento Lakota decise di gettare via passaporti e documenti statunitensi dichiarando, seppur virtualmente, l’indipendenza dagli Stati Uniti d’America. Nacque così la Repubblica dei Lakota (Republic of Lakota).
In quei giorni, mentre prendeva vita il nostro movimento politico, decisi di non rimanere insensibile a quella che mi sembrò subito una notizia di portata secolare. I Pellerossa si erano decisi finalmente alla ribellione contro l’imperialismo americano, tanto che, avendo sempre avuto grande rispetto per le loro popolazioni, per la loro storia, per la grande saggezza e per gli insegnamenti spirituali e morali che sono sempre stati in grado di dare, oltre all’ammirazione verso figure leggendarie come Toro Seduto, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa ed Alce Nero, scelsi di inviare una lettera di vicinanza e di solidarietà al movimento Lakota, portando a loro conoscenza che il Movimento Sociale Nazionalista, unico vero rappresentate del nazionalismo italiano, appoggiava in pieno la loro scelta, dicendoci al contempo pronti a dargli qualunque aiuto, nel limite delle nostre umili possibilità, pur di sostenerli nel conseguimento del loro grande obiettivo.
I loro ringraziamenti non tardarono ad arrivare, intrisi di un grande spirito amichevole, intravedendo chiaramente nelle loro parole l’enorme emozione di sentirsi appoggiati anche da movimenti politici di nazioni estere.
A distanza di un anno da quegli avvenimenti, proprio nel nostro programma politico approvato in via definitiva nei giorni scorsi, abbiamo scelto di inserire ufficialmente come punto irrinunciabile la nostra volontà di aiutare le popolazioni degli indiani d’America, così come quelle del Tibet e dell’Irlanda del Nord, a raggiungere la sacrosanta indipendenza dalle rispettive infami occupazioni americane, cinesi e britanniche.
Spiace aver constatato in quei giorni che nessuno della nostra area politica si sia sentito in dovere di esprimere ufficialmente solidarietà ai Pellerossa, né di prendere a tutt’oggi posizione in loro favore. Ma tant’è... Recriminare non serve a nulla, agire concretamente invece è nel nostro stile.
Così ci sentimmo in obbligo di farci carico in quei giorni, a nome della destra nazionalista italiana, di portare tutto il nostro supporto alla causa dei nativi americani, il sostegno di quella parte d’Italia che difende le identità nazionali, i popoli e le tradizioni secolari. Portammo la voce di chi è vicino agli indiani d’America e s’oppone ancora una volta all’imperialismo yankee, che come i nativi anche noi abbiamo dovuto subire (da sessant’anni a questa parte).
Entrammo così in contatto con il Lakota Freedom Movement, con il quale manteniamo ancora adesso aperti i canali. Non ci siamo pentiti di questa scelta, né ce ne pentiremo in futuro, nonostante qualche voce rumorosa si sia mossa polemicamente nei nostri confronti, sia da sinistra (che, arroganti come sempre, vogliono l’esclusiva su questo argomento) sia da correnti filoamericane di pseudo “destra”.
Anzi, non solo non facciamo un passo indietro, semmai rilanciamo la questione chiedendo al nostro governo di riconoscere ufficialmente la Repubblica dei Lakota. Non lo domandiamo tanto a quella parte massonica filoamericana, che sappiamo già come la pensa, ma lo chiediamo invece a quei leghisti che tanto si riempiono la bocca di termini come “autodeterminazione dei popoli” e “indipendenza” e che chissà per quale ragione in campagna elettorale hanno sfoggiato proprio manifesti raffiguranti i Pellerossa, in riferimento al fatto che sono finiti nelle riserve (tema trattato per dire che solo votando lega si evitava la stessa fine...).
Bene, proprio a questi signori chiediamo allora di farsi promotori, attraverso l’esecutivo di governo di cui fanno parte, di porre in esame questa questione. Sfidiamo la lega nord ed i suoi ministri, se davvero sono coerenti con quello che vanno dicendo da anni, a chiedere ufficialmente il riconoscimento della Republic of Lakota.
Siamo certi che non daranno minimamente seguito alle nostre richieste, dimostrandosi invece bravi solo a raccontare fandonie al solo scopo elettorale, ma noi proviamo lo stesso a chiederlo.
Il tempo ci dirà poi chi è sincero e coerente, e chi invece è solo falso e politicamente accattone.
Approfitto di questo spazio per rinnovare ancora una volta la mia personalissima solidarietà e sostegno ai Lakota, alla loro Repubblica e al loro diritto di essere sovrani a casa propria, augurandogli un anno migliore e finalmente rivoluzionario anche per la sacrosanta causa che portano avanti da anni: quella di difendere la propria identità, la propria cultura, le proprie tradizioni e la propria terra. Proprio come cerchiamo di fare noi in Italia ed in Europa, contro questo superstato chiamato UE e contro tutte le sue imposizioni multiculturali ed antinazionali.

Mitakuye Oyasin! (saluto rituale Lakota)

Michele Marini
Segretario Nazionale
Movimento Sociale Nazionalista

Indipendenza Lakota: ecco il testo battuto dalle agenzie in quei giorni:


Washington, 20 dicembre 2007:
I Sioux, ai quali sono appartenuto i grandi capi Toro Seduto e Cavallo Pazzo, hanno stracciato i trattati firmati dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa.
"Noi non siamo piu' cittadini degli Stati Uniti d'America e tutti quelli che vivono nelle regioni dei cinque Stati compresi nel nostro territorio sono liberi di unirsi a noi" ha dichiarato il loro rappresentante Russel Means, in una conferenza stampa a Washington.
I trattati rappresentano "parole senza valore su carta senza valore" e sono stati "violati ripetutamente al fine di rubare la nostra cultura, la nostra terra e i nostri costumi" dicono i responsabili della tribù.
Means ha detto che passaporti e patenti saranno consegnati a tutti gli abitanti del territorio che rinunceranno alla loro nazionalità statunitense. Una delegazione di responsabili Lakota ha dichiarato in un messaggio indirizzato al dipartimento di Stato che si ritirano unilateralmente dai trattati firmati col governo federale americano, alcuni sottoscritti piu' di 150 anni fa.
"Abbiamo firmato 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati" ha dichiarato da parte sua Phyllis Young, una militante della causa indiana che ha collaborato a organizzare la prima conferenza internazionale sui diritti indigeni nel 1977.
Alcuni capi Lakota si sono recati in delegazione presso le ambasciate di Bolivia, Cile, Sudafrica e Venezuela e intendono intraprendere una missione diplomatica in diversi paesi nel corso dei prossimi mesi, secondo quanto hanno annunciato.
Il territorio Lakota si situa nel nordovest degli Stati Uniti e comprende regioni del Nebraska, del Dakota del Sud e del Dakota del Nord, del Montana e del Wyoming.
I Lakota sono stati la sola tribù a infliggere una sconfitta all'esercito americano. Una delle loro figure leggendarie, il capo Toro Seduto (Sitting Bull) è noto per aver sconfitto il generale Custer nella battaglia di Little Big Horn nel 1876 nel Montana.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo post Segretario!
Penso però che il governo italiano si guarderà bene dall’andare a pestare i piedi agli americani.
Hanno troppi interessi in gioco. Quanto ai leghisti, quelli mi sa che non pensano nemmeno quello
che vanno dicendo. Cosa vogliamo aspettarci da tutta questa gente?

Anonimo ha detto...

Concordo con il tema del post. Appoggio anch’io gli indiani d’america, ma come Dario penso proprio che il nostro presidente del consiglio non andrà mai a fare un torto ai suoi amici massonidi washington. Chissà cosa c’è sotto che noi non conosciamo...

Anonimo ha detto...

Il punto non è tanto riconoscere o meno uno stato, visto che non l’hanno fatto nemmeno col Tibet
per paura di intaccare gli interessi economici con la Cina. Il punto è essere coerenti con i propri principi, e se la lega farà finta di niente anche su questo tema, dopo quello tibetano, ci darà un’altra prova di quanto siano falsi (insieme ai temi disattesi sulla sicurezza, sulla clandestinità, sugli sbarchi a Lampedusa, sulle sanatorie, ecc. ecc. ecc.).
Noi che siamo a destra dobbiamo essere bravi ad intercettare tutti quei voti della gente delusa dalla lega e dal pdl.

P.S. Francesco, se sei ancora in linea contattami su facebook.

Anonimo ha detto...

x Roberto
non ricordo più il nick che utilizzi su facebook.
mandami una mail col nome
all'indirizzo che ti ho mandato
sabato. Grazie.

Anonimo ha detto...

a mio avviso Marini ha voluto con questo comunicato lanciare unicamente una provocazione.
Non discuto su quelle che possono essere le sue sincere convinzioni personali sul problema dei pellerossa, però credo lui sappia meglio di noi quanto sia utopico pensare che una qualunque nazione possa andare a creare incidenti diplomatici con una superpotenza come gli Usa.
Nemmeno paesi antiamericani come il Venezuela di Chavez, o Cuba hanno avuto il coraggio di
riconoscere questa repubblica, un motivo allora pur ci dovrà essere. Credo piuttosto che Marini abbia voluto con questo gesto mettere la lega nord di fronte al fatto compiuto, smascherandone le contraddizioni, e cercando così di prendere quei voti che attualmente sono ancora in possesso di Bossi. In effetti se un partito come quello leghista va decantando secessioni, indipendenze ed autodeterminazione dei popoli, ci si aspetterebbe che in questa circostanza dicesse e facesse qualcosa. La sfida lanciata alla lega è utile sul piano della politica interna, e questo Marini lo ha capito benissimo e concordo con questa scelta. Ma l’utilità alla causa indiana invece non la vedo.

Anonimo ha detto...

salve a tutti.
Una domanda ai gestori del sito:
ieri sera ho lasciato un commento, ma oggi rileggendo gli interventi ho notato che è sparito? Qualcuno mi può spiegare il motivo?
Il succo del discorso di quel commento era in definitiva che nella nostra area politica in molti potrebbero ritenere inutile e non prioritaria questa battaglia in favore degli indiani. Non vorrei che fosse interpretata in modo diverso da quello che ci si auspica. In alcuni blog infatti ho letto commenti poco lusinghieri su
questo post.

Anonimo ha detto...

Caro “a destra per sempre”
non penso che il problema sia se nei blog d’area condividono o contestano una proposta: la pensassero pure come gli pare, non mi importa. Credo invece sia utile portare questa protesta
nei luoghi che contano. Se il messaggio arriverà a chi di dovere, forse una speranza per la
causa dei nativi ci sarà. Solo questo conta.

x lo Staff del blog:
Devo avvisare lo staff che anch’io ieri ho lasciato un messaggio che poi è sparito. Perché? Non so se ci sono problemi di ricezione, ma il mio intervento non aveva niente di strano o di offensivo da esser eventualmente censurato. Avevo riportato il messaggio lasciato da Roberto (che appare ancora qui sopra) semplicemente per dire che quotavo in pieno le sue parole. Se potete controllare e spiegarci. Grazie.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, l’altro giorno è capitato anche a me di non vedere più un mio commento, ma non stiamo qui a perdere troppo tempo a chiederci il perché o il per come....
Rispondendo a “destra per sempre” dico che fa bene a farci notare quello che pensano nel nostro ambiente, inteso come area politica. E dico a “Dux” di non
sottovalutare il pensiero dei camerati di altri partiti, perché se vogliamo conquistarli dobbiamo capire anche quello che ci divide. Non penso però che
questo tema si riveli una barriera, al massimo credo interesserà relativamente
poco o nulla rispetto ad altri temi ritenuti più urgenti.
Infine a “G.Tal.” voglio dire
che non è proprio una causa inutile per i nativi americani, se facciamo pressione sui governi esteri per invitarli a riconoscere lo stato lakota. Qualunque cosa ne venga fuori è tutto di guadagnato.

Anonimo ha detto...

almeno adesso capisco il perché nel programma è stata inserita la richiesta di appoggiare i pellerossa. Non sapevo nemmeno che avevano dichiarato l’indipendenza.
Scusate la franchezza, ma da piccolo sceglievo sempre di essere un cowboy....
Però ammetto che molte cose erano influenzate dalla faziosità dei film western.
Allora W Toro Seduto e abbasso il generale Custer!

Anonimo ha detto...

ho profondo rispetto per tutte le
culture e nazioni, ma non credete
che sia un po' fuori tempo massimo
parlare di indiani e cowboy nel 2008? Mi aspetterei dai partiti di destra si affrontassero temi più spigolosi ed urgenti. Questi
argomenti invece sono da passatempo non da militanti.

Anonimo ha detto...

caro "diffidente" se dubiti del
movimento e del suo operato, rileggiti l'intero programma e
poi ci dirai se qui si affrontano o meno tamtiche prioritarie.
Noterai che tutti i problemi urgenti sono considerati ed hanno ognuno una soluzione.

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